MEA PULCHRA
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"Daraone" - Da "Piazza S. Maria" del Prof. Renzo Carano

"Daraone era il lampionaio del paese (re luciàre). Al tramonto, ogni sera, scendeva dal rione denominato Torre, dove abitava e si metteva al lavoro con una scala che recava ad una estremità due ganci e con una latta retta dalla mano destra; mentre la spalla sinistra era sollevata per contrastare il peso della scala, la destra era abbassata, tirata in giù dalla latta di 20 litri..........
Il primo lampione lo trovava a Largo Palazzo, vicino alla farmacia di Don Carlo. Don Carlo era anche consigliere comunale. Posava la latta di petrolio sull'alto marciapiede, appoggiava la scala al braccio del lampione, badando che i ganci di questa lo avessero bene incastrato, e saliva.
Apriva lo sportellino a vetri del lampione ed estraeva la "cassella". Quindi scendeva e poggiava il tubo sulla latta e la "cassella" a terra; estraeva dal taschino uno strofinaccio e lo passava con rapido gesto, due o tre volte dentro il tubo, e dopo averlo guardato contro luce, lo deponeva vicino alla "cassella"; prendeva poi questa e, dopo essersi assicurato che il tubo pulito non rotolasse, ne svitava il porta-stoppino e la riempiva di petrolio.
Risaliva poi sulla scala, portando "cassella" e tubo; arrivato alla cima, deponeva la "cassella" nel lampione, accendeva lo stoppino, strofinando energicamente uno zolfanello sui ruvidi pantaloni di "tricot", rimetteva a posto il tubo, dopo essersi asicurato che lo stoppino non "fumasse", richiudeva lo sportellino, scendeva e continuava il suo giro.
Don Carlo si affacciava dalla farmacia e guardava compiaciuto il chiarore che si spandeva dal lampione e che illuminava solo la sua insegna.
Quando Daraone aveva finito il giro, era notte fonda ed i lampioni accesi nelle strade principali del paese offrivano al nottambulo un rossastro punto di riferimento".