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R. Carano :Panorama di Carovilli-1950
Premessa
Noi Carovillesi presentiamo particolari elementi culturali, divenuti nel tempo caratteriali, che ci differenziano anche dalle popolazioni limitrofe.
Questa identità culturale, frutto di millenni di adattamento alla storia e al particolare ambiente naturale, rischia di scomparire con l'arrivo prima della rivoluzione industriale e poi di quella informatica.
Ma la conoscenza della civiltà in cui siamo stati allevati è indispensabile a comprendere il presente e a progettare il futuro: anche da questa consapevolezza è nato l'interesse e l'amore per l'architettura, l'arte, il linguaggio, i segni di riconoscimento del nostro Paese.
Introduzione
Carovilli è nell'Alto Molise a 900 metri di altezza ed ha circa 1500 abitanti. Si trova alle pendici del monte Ferrante e la morfologia del territorio ha disegnato l'andamento delle strade e della piazza ( "Me sa gràte sta chièzza a capabbàlle,............").
E' del 1726 "La topografia del territorio della terra di Carovilli e Castiglione" tratta dall'Archivio di Stato di Foggia, Dogana delle pecore, s. I, b. 99, fasc. 1537 .
Riferimenti storici sono tratti da "CAROVILLI - Per lumi sparsi" di. G. Fiocca.
Il "Diario" del 1944 del soldato neozelandese Harold Jamiesion dà un quadro suggestivo della vita in paese durante l'ultima guerra che distrusse la linea ferroviaria Sulmona-Isernia (inaugurata nel 1897 ) ma risparmiò il paese dalle rovine che invece colpirono le zone vicine.
Alcuni momenti di vita paesana sono raccontati nei canti dialettali (con registrazione musicale):
Caraviglie Careviglie di M. Funaro/U. Putaturo
Tramonto Carovillese di Don Mario Fangio.
All'inizio di via Borgonovo, di fianco alla casa di Crispino, c'era il negozio di tessuti di Domenico Conti detto Zì Mengùcce, più giù le botteghe del calzolaio Mùse Frìdde, la Scòla dell'arrotìne e il falegname Mastro Francesco (il cui figlio morì sotto la campana caduta dal campanile della chiesa).
In corso Centrale, scendendo, c'era a sinistra la bottega del falegname Antonio Conti e a fianco il negozio di generi vari di Cleta, di fronte la casa di Pappangelo il sagrestano, e in fondo a sinistra una fabbrica artigianale di maccheroni.
Sulla "via nova" il negozio di ferramenta e materiale da costruzione di Isèppe Maria Galàsse e successivamente di Galiàne, tecnico di grande capacità e intuizione. Più avanti la falegnameria di Camellètte.
Il paese era pieno di cantine, bettole dove incontrarsi nel tempo libero :
La Paccùta, Delia Ciabbettòne, Antonio Ceccòtte, Pallòne, Maria De Brìgeda, Stèfano Caràno (grossista), Germano Cesàri (grossista), 'Ntònie Tennélla, La Mechelòna, La Piscechiéta, Amedéo, Belluònie, Cicchepaule, Lucia Mandròne, Ottàvie, Mansuéte, Sànte , Carméla, Vèlia .