MEA PULCHRA
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RICORDI DI CASTIGLIONE

 

L'ASINO DA MONTA

Stava arrivando l'asina da montare: si spargeva subito la voce e via di corsa a chiamare gli altri ragazzi e a correre verso

la stalla di "Pasquàle re stallòne".

Si appostavano in fila dietro la siepe davanti alla stalla dove Pasquale conduceva il suo bell'asino stallone al cospetto

dell'asina: la scena naturalmente li eccitava.

Un giorno, mentre lo stallone terminava il suo compito, Mìnghe, al colmo della partecipazione esclamò : "Ne ptèva

nàsce uòsene pùre ì ! " .

 

LA "'NCRETATA"

D'estate quelli di Castiglione, tutti maschi, andavano a bagnarsi a S. Mauro, nell'acqua fredda del fiume vicino alla

sorgente. Stavano per conto loro, più a monte nella valle del "Occhièto" dove il fiume era di quelli di Carovilli. I più grandi

per lo più indossavano mutande mentre i ragazzi erano nudi e guardavano con invidia quelli che avevano il pube

villoso.

Per accelerare la crescita dei peli, dicevano i grandi per averla già subita, bisognava fare la " 'ncretàta " : mettersi al sole a

pancia all'aria con un anello di creta attorno al pisello e aspettare che, asciugandosi, portasse la peluria.

Così nei bagni di Castiglione, per i nuovi adolescenti, si ripeteva così ogni anno il rito di iniziazione della " 'ncretàta " .

 


LO SCIACQUONE

Per le scuole medie andarono a Castel Di Sangro. Lui e Mìnghe erano appena arrivati presso la famiglia

che li ospitava. Tra le varie indicazioni seppero che per i bisogni bisognava raggungere una porticina sopra ad una

scala.

Non sapevano cosa fosse una latrina perchè a Castiglione si andava in campagna o nella stalla e quindi la

prima volta salirono con timore la scala e, aperta la porta, videro il vaso con il buco in mezzo e con qualche

incertezza, insieme, iniziarono ad orinare.

Fu allora che notarono la catena che pendeva, con un manico invitante: "mo la tìre!" "nò, làssa ì" " mo la tìre"......alla

fine Minghe non resistette e tirò. Alla uscita di tutta quell'acqua credettero di averla fatta grossa e si precipitarono giù per

la scala.

Attesero nascosti e uscirono soltanto quando furono certi che l'acqua, chissà perchè, non veniva giù per le scale.

 

IL MARE

Era giunto a Napoli, per gli studi, da qualche settimana e abitava in periferia, presso una famiglia di Castiglionesi .

Ogni giorno raggiungeva la Università e al pomeriggio tornava a casa e di Napoli conosceva solo questo tragitto.

Un giorno gli chiesero di passare al teatro S. Carlo per acquistare alcuni biglietti, spiegando dettagliatamente il

percorso da seguire.

Fu così che conobbe le meraviglie di via Roma, di piazza Plebiscito e, di emozione in emozione, giunse ad una balconata

dove gli apparve per la prima volta la vista del mare. E che mare!

Rimase per ore in estasi, appoggiato al parapetto, sbalordito dallo spettacolo.

Dopo chissà quanto tempo si avviò attònito verso casa portando con se le emozioni della giornata.

Ma non i biglietti del teatro.